Il riso è molto più di un semplice alimento: è una coltura millenaria, una tradizione agricola, un ingrediente simbolico presente nelle cucine di quasi ogni angolo del pianeta.
Pensare al riso come a un prodotto “locale” è fuorviante: in realtà, si tratta di uno dei cereali più coltivati e consumati al mondo, con una rilevanza globale che pochi altri prodotti agricoli possono vantare.
Un gigante agricolo: 165 milioni di ettari coltivati
Nel mondo, il riso viene coltivato su circa 165 milioni di ettari. Di questi, circa l’89% si trova in Asia, a conferma della sua importanza nella cultura alimentare orientale, dove rappresenta la base quotidiana della dieta.
Basti pensare che oltre il 60% della popolazione mondiale si nutre regolarmente di riso: un dato che parla da sé. Non si tratta soltanto di un alimento, ma di un pilastro fondamentale della sicurezza alimentare globale.
E in Europa? Solo un piccolo chicco nel pagliaio
In Europa, invece, le superfici coltivate a riso sono estremamente limitate: appena 650.000 ettari, ovvero meno dell’1% del totale mondiale. Il motivo è principalmente climatico: il riso è una pianta che nasce in ambienti tropicali e subtropicali, e solo alcune varietà si adattano alle latitudini europee.
Eppure, nonostante questa ridotta estensione, l’Europa produce riso di altissima qualità, apprezzato in tutto il mondo, e l’Italia ne è il cuore pulsante.
L’Italia, protagonista della risicoltura europea
Con circa 230.000 – 250.000 ettari coltivati ogni anno, l’Italia è il primo produttore europeo di riso, coprendo da sola il 46% della produzione UE.
Le regioni più vocate sono Piemonte e Lombardia, dove la tradizione risicola affonda le radici nei secoli e si sposa con condizioni pedo-climatiche ideali. Altre regioni come Emilia-Romagna, Veneto, Sardegna, Calabria e Sicilia contribuiscono con produzioni più ridotte ma altrettanto preziose.
Due anime del riso: Indica e Japonica
Esistono oltre 140.000 varietà di riso al mondo, ma tutte derivano da due grandi famiglie principali:
- Indica, con chicchi lunghi, affusolati e leggeri, coltivata prevalentemente in climi caldi (Asia, Africa, America Latina).
- Japonica, con chicchi più corti e tondeggianti, adatta a climi più temperati, tipica dell’Europa, del Giappone e della Corea.
La varietà Indica rappresenta circa il 90% della produzione globale, mentre la Japonica copre il restante 10%.
Un alimento globale, tante cucine diverse
Il riso assume mille forme e significati a seconda del luogo in cui viene coltivato e cucinato:
- In India e Thailandia, profumato e speziato.
- In Giappone, è alla base della cultura del sushi.
- In Spagna, è protagonista della paella.
- In Italia, diventa cremoso e avvolgente nei nostri risotti.
Ogni cultura lo ha adottato e reinterpretato, trasformando un ingrediente semplice in un simbolo gastronomico locale.
Una coltura sostenibile (se gestita con intelligenza)
Non tutti sanno che il riso è una delle poche piante capaci di crescere in condizioni di sommersione, grazie a una particolare struttura interna che le consente di trasportare ossigeno dalle foglie alle radici. Questo le permette di competere efficacemente con le erbe infestanti, riducendo il ricorso a diserbanti chimici, e di adattarsi anche a climi meno favorevoli.
Inoltre, gli scarti della lavorazione del riso, come lolla e pula, sono sempre più utilizzati nell’economia circolare: bioedilizia, packaging sostenibili, energia verde.
Un futuro da riscrivere: qualità, consapevolezza, cultura
Il riso è parte della storia agricola del mondo, ma troppo spesso viene dato per scontato. Valorizzare questo prodotto significa raccontarne l’origine, la biodiversità, la fatica della coltivazione, ma anche la sua capacità di creare ponti tra culture diverse.
È proprio in questa direzione che noi di laBalocchina vogliamo andare: diffondere la cultura del riso, promuoverne un uso consapevole e sostenibile, e far riscoprire il valore di un alimento tanto semplice quanto straordinario.
Dopotutto, ogni chicco ha una storia da raccontare.